Come anticipato ieri, dopo aver parlato della grafia dei medici, oggi affronto il tema del medicalese, il burocratese dei dottori.
Alopecia androgenetica, iperidrosi, soggetti defedati. Cos’hanno in comune queste espressioni? Si riferiscono tutte a disturbi piuttosto diffusi ma, detti così, sembrano malattie quasi aliene. È l’effetto del medicalese, il linguaggio specialistico usato dai medici per definire le patologie in termini tecnici e, appunto, specialistici.
Ogni settore ha il suo linguaggio specifico, indispensabile per comunicare e scambiare informazioni dettagliate e inequivocabili. Però, mentre i tecnicismi degli avvocati e degli analisti hanno il difetto di aggiungere una certa aurea d’importanza al concetto esposto, il medicalese genera smarrimento, ansia e preoccupazione. Sentirsi dire “sei un soggetto defedato” è diverso dall’essere indicato come “una persona debilitata e stanca”, non trovate?
Detto in soldoni: il medicalese aggrava la percezione della malattia. A dirlo non sono io ma una ricerca condotta da Meredith Young, un’assistente universitaria del Centro di educazione medica nel Dipartimento di medicina della McGill University a Montreal, Canada. Insieme ai suoi colleghi, la Dott.ssa Young ha studiato l’influenza del medicalese nella percezione della malattia. Il risultato dello studio, pubblicato su PlusOne, dimostra che il linguaggio specialistico dei medici disorienta il paziente che per esempio, di fronte a una diagnosi di glossite acuta, pensa di essere affetto da chi sa quale male incurabile, mentre invece ha un’infiammazione alla lingua. Un disturbo certo fastidioso e da curare, ma tutto sommato senza complicanze e gravi ripercussioni sulla salute.
Immaginate adesso cosa succederebbe se un sito di salute pubblicasse articoli scritti sì da medici qualificati, ma che si esprimono solo con il medicalese: l’utente – probabilmente una persona malata bisognosa di un confronto – non capirebbe nulla. E andrebbe ancora più nel panico! Il disagio assume effetti paradossali nel forum, dove da una parte c’è l’utente sicuro di aver scelto il canale più chiaro e diretto possibile, e dall’altra il dottore che non sa rinunciare a una risposta in medicalese.
Tutto questo per dire che chi scrive di salute sul web deve usare un linguaggio alla portata di tutti, fatto di termini appropriati ma entrati nel linguaggio comune, nel dizionario quotidiano. Come vi dimostrerò nei prossimi post, si tratta di un obiettivo tutt’altro che facile da raggiungere perché scegliere le parole per descrivere una malattia, proprio quella malattia, significa conoscere il rischio dei sinonimi che, in medicina, sono spesso una chimera.
Ad ogni modo, come ho già detto, questo è un discorso che affronterò più in là. Adesso sciolgo la curiosità che, forse, avete dall’inizio del post: alopecia androgenetica, iperidrosi, soggetti defedati significano rispettivamente: calvizie nell’uomo, sudorazione eccessiva e persone debilitate. Soggetti defedati è un’espressione davvero inquietante.
Il medicalese aggrava la percezione della malattia: disorienta il paziente, genera ansia e preoccupazione.