Ci sono giorni in cui sorridere è una sorpresa. Non c’è motivo per farlo, ma gli angoli della bocca si alzano e il viso si distende in un’espressione gioiosa. Ci si sente felici, e questo rende tutto speciale. Si dice che la felicità si impara, che basta esercitarsi per riuscire, senza sforzo, a mettere i bei pensieri al posto di quelli cupi.
Io faccio tante liste, almeno una al giorno, per avere tutto sotto controllo ed essere certa di non dimenticare niente. Una cosa, però, la scordo spesso: coccolarmi e dimostrare più amore. Così, quando mi sorprendo a volermi bene e gioirne, provo la felicità. Sto bene, mi sento in armonia con chi mi è accanto perché sono felice per me e di me.
Perché proprio oggi? Perché così, adesso? Quando ho cominciato ad allenarmi neanche immaginavo che lo stessi facendo per arrivare a questo. Ho scelto il Qi qong per scaricare lo stress e l’ansia, per poi accorgermi che mi sta aiutando a capire che il rispetto di sé è alla base del proprio equilibrio. La felicità è un diritto, e godere delle piccole gioie è un dovere che conduce alla consapevolezza della felicità.
Ogni giorno, per lavoro, scrivo qualcosa sulla Gionata Mondiale per una patologia rara, un tema attuale, una prevenzione necessaria. La mia preferita è la Giornata Mondiale della felicità, si festeggia il 20 marzo in tutto il mondo e l’ONU la presenta così:
“L’Assemblea generale […] consapevole che la ricerca della felicità è un scopo fondamentale dell’umanità, […] riconoscendo inoltre di un approccio più inclusivo. equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità, invita tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica […]” Wikipedia.
Ho anche scoperto una cosa bellissima che non conoscevo, l’Accademia della felicità. Sarebbe bello che ogni regione d’Italia avesse il suo punto d’incontro in cui imparare a vivere una vita più felice, no?