Per conquistare la fiducia della persona assistita basta poco, per esempio presentarsi dicendo il proprio nome, così il paziente conosce la persona al di là del medico. #Buongiornoiosono è un ottimo inizio.
Medicina narrativa. Intervista al team di H.story
Per il secondo appuntamento con la Medicina narrativa, oggi vi propongo l’intervista alle tre responsabili di H.story, l’associazione che progetta strumenti e strategie di comunicazione da inserire nelle realtà sanitarie. Vi aspetto nei commenti. Buona lettura!
Codice etico dei medical blogger
Con lo pseudonimo di Rob, nel 2007 un medical blogger ha stilato i cinque punti di un codice etico dei blogger che scrivono di sanità. Lo scopo del codice è creare delle linee guida sul comportamento dei blogger che devono mostrare la propria identità. Solo così è possibile tutelare il lettore e indirizzarlo alla lettura con un approccio di totale fiducia o estrema cautela.
Cacciatore di opuscoli: la deformazione professionale di chi scrive di salute
Essere un web writer che scrive di salute è difficile, se fosse semplice questo blog non esisterebbe. Dopo le difficoltà iniziali ho capito che si possono imboccare due strade: seguire sul web i professionisti da cui imparare, e allenarsi a fare proprio lo stile con cui le grandi strutture ospedaliere, gli studi medici e le farmacie parlano alle persone. La prima strada l’ho già raccontata, oggi tocca alla seconda.
Da 1 a 10: che valore dai al tuo dolore?
Gestire un blog vuol dire anche conoscere persone che, altrimenti, forse non si sarebbero mai incontrate. Tra le persone che ho conosciuto c’è Tiziano Cornegliani, medical writer e Docente al “Master in Professione Editoria cartacea e digitale” all’Università Cattolica di Milano. Quello che state per leggere è il suo post scritto per voi.
Medicina narrativa. Intervista alla Dott.ssa M. Giulia Marini
Sono lieta di inaugurare la rubrica dedicata alla Medicina narrativa con l’intervista alla Dott.ssa Maria Giulia Marini, responsabile dell’Area Sanità e Salute della Fondazione ISTUD.
La malattia è una storia da raccontare
Una mia cara amica dice che riesce a scrivere solo quando è triste, perché quando tutto va bene non c’è tempo di fermarsi a mettere in ordine i pensieri: bisogna vivere le belle emozioni. Eppure, nella paura e nel disorientamento più profondo vivono tante storie che aspettano di essere ascoltate. Penso alla malattia, per esempio.
Salute, Google, SEO. Difficile rapporto a tre
Chi scrive di salute deve saper parlare alle persone, né più né meno di quanto debbano fare i creatori di contenuti di qualsiasi settore. Per chi scrive di salute sul web, però, ogni articolo è una sfida: riuscire a coniugare il tema medico con le regole di Google.
Senso di dolore e sofferenza per Veronesi
Dopo la lezione di Qi qong, ieri sono tornata a casa serena e soddisfatta, così mi sono abbandonata in poltrona e, in un attimo, sono stata catturata dal dialogo tra l’illustre oncologo Prof. Umberto Veronesi e il noto teologo Vito Mancuso. I due si sono confrontati sull’interpretazione laica e religiosa del male. Riportare in questo contesto il dibattito tra Mancuso e Veronesi sarebbe estremamente riduttivo oltre che inappropriato, però voglio condividere una riflessione riguardante due parole della salute o, meglio, della sua assenza: dolore e sofferenza.
La vita inattesa della malattia
Una vita inattesa da vivere tutta. Potrebbe essere questa la sintesi di due progetti correlati di digital health e Medicina narrativa. Sto parlando di Viverla tutta promossa da Pfitzer e de La vita inattesa edito da Rizzoli-Lizard. Cos’hanno in comune? Entrambi nascono dalle storie di malattia.