La quasi citazione del titolo introduce il tema di questo post: i competitor sono importanti e, dunque, è necessario studiarli. Qualche settimana fa ho suggerito chi seguire per imparare a scrivere di salute sul web. Oggi torno sul pezzo per aprire altre riflessioni e dare qualche indicazione in più. Per esempio: hai mai pensato ai competitor?
Studia e impara dai competitor
Sul suo blog, Riccardo Esposito ha illustrato perché bisogna conoscere la concorrenza. Non esistono argomenti originali, tutto è già stato scritto da altri, noi possiamo fare due cose: compiare il competitor senza mai distinguerci, o studiarlo per individuarne le mancanze, le falle e i margini di miglioramento che renderebbero il suo un post impeccabile o migliore. È qui, in questa cepa, che dobbiamo inserirci. E indovina un po’? Possiamo farlo solo conoscendo la concorrenza.
Competitor e maestri: dettagli inconfondibili
Prendiamo il mio caso. I miei concorrenti non sono i professionisti che seguo per imparare e, viceversa, le risorse che uso per imparare non sono quasi mai la mia concorrenza. La differenza sta negli intenti. Il Ministero della Salute, The Lancet, Nòva, ecc. sono le fonti che mentre mi informano mi danno anche un’idea chiara dello stile, del linguaggio, della formattazione, insomma di quali sono gli elementi distintivi della comunicazione in un determinato ambito. Nel nostro caso, della salute.
A tal proposito, forse ricordate qualcosa di quando ho parlato di come scrivere il titolo e dell’uso attento di aggettivi e avverbi quando si scrive di salute. A differenza delle fonti, i competitor sono quelle risorse che, con il nostro stesso mezzo – blog – vogliono raggiungere lo stesso obiettivo – dare consigli e news di salute e benessere. Quando leggo i blog della competizione osservo come parlano agli utenti, quali contenuti condividono, quanto spazio danno ai medici e in generale ai professionisti della salute, dove-quando-perché ricorrono alle citazioni, quali immagini scelgono. Questi sono alcuni dei parametri, i principali, che studio per individuare eventuali mancanze loro (secondo me) e i plus da sviluppare sul mio progetto.
Così, per esempio, ho imparato che è giusto informare sul dibattito del momento o il malanno di stagione per antonomasia com’è l’influenza invernale, ma è altrettanto importante resistere alla tentazione di cavalcare l’onda del successo: si rischia di creare o acuire l’allarmismo e dare informazioni con effetto copia-incolla. Prendiamo il caso dell’epidemia da ebola. Ho tardato a parlarne perché volevo l’intervento di uno specialista in materia che sapesse dare notizie e nozioni davvero utili e per certi aspetti nuove in confronto ad altre intrise di approssimazione e luoghi comuni. Alla fine, noi della redazione siamo riusciti ad avere il contributo del Prof. Fernando Aiuti, luminare e specialista in malattie infettive. Un’intervista forte e importante che ha evidenziato alcuni aspetti poco noti dell’ebola.
Cosa fanno i competitor?
Nel caso del Prof. Aiuti per l’ebola, si tratta di interviste a rappresentanti di una specifica branca medica. Sono contenuti unici e dunque preziosi per Google e, soprattutto, per gli utenti. Non sempre, però, si può e si deve ricorrere alle interviste, e per capire di cosa si parla in giro per il web, è utile sapere cosa fa la concorrenza. Ma come si cercano i competitor? Cercando le keyword del proprio settore o tema d’interesse spesso accade di trovare sempre gli stessi siti. All’inizio uno pensa vabbè, è un caso. Poi però, una ricerca dopo l’altra, ci si rende conto che quel sito, forum, blog è sempre lì in prima pagina per qualsiasi ricerca si faccia.
In questi casi, io cerco riscontro della sua frequenza sulla sezione salute di Google news per vedere se ogni giorno c’è un suo articolo anche lì, e poi studio il sito rendendomi conto che sì, non c’è niente da fare, è proprio ben fatto! Lo studio dei competitor mi aiuta anche a orientarmi sulle scelte grafiche o relative alla user experience su cui mi confronto con lo specialista SEO e il programmatore. Insomma, scrivere di salute pe ril web, così come qualsiasi altro ambito, necessita di studio e conoscenza dei competitor. D’altra parte è dal confronto che si cresce, no?