Curiosando qua e là sul web, ho trovato una notizia interessante che mi è parsa calzare a pennello per Scrivere di salute: la storia di Meehan Crist, una ragazza americana Laureata in Lettere che lavora come Science writer. L’aspetto interessante è che Meehan è stata chiamata dalla Columbia University per insegnare agli scienziati come scrivere in modo chiaro, corretto e comprensibile la scienza, il frutto del loro lavoro.
Tag: scrivere di salute
Pubblicazione scientifica o articolo utile?
Lo scorso 31 gennaio ho partecipato al C-come14 un convegno dedicato a copywriting, content marketing e creatività organizzato da Pennamontata.
La giornata è stata scandita dall’intervento di 8 tra relatori e relatrici che, ognuno per le proprie competenze, hanno evidenziato i diversi fattori che creano una comunicazione con i fiocchi, per dirla alla Valentina Falcinelli. Tra le relatrici c’era Luisa Carrada, una comunicatrice eccezionale e soprattutto un’esperta di scrittura professionale che, secondo me, chi scrive DEVE conoscere. Ve ne parlo perché, a un certo punto, la Carrada ha detto:
Il medicalese complica la malattia
Come anticipato ieri, dopo aver parlato della grafia dei medici, oggi affronto il tema del medicalese, il burocratese dei dottori.
Alopecia androgenetica, iperidrosi, soggetti defedati. Cos’hanno in comune queste espressioni? Si riferiscono tutte a disturbi piuttosto diffusi ma, detti così, sembrano malattie quasi aliene. È l’effetto del medicalese, il linguaggio specialistico usato dai medici per definire le patologie in termini tecnici e, appunto, specialistici.
La scrittura dei medici nuoce alla salute
Voglio dedicare il primo post di questo blog a una riflessione sul difficile rapporto tra la medicina e la scrittura. Se c’è una cosa che accomuna tutti i medici è la scrittura: tortuosa, geroglifica, stilizzata. In una parola, illeggibile.
La scrittura dei medici, o più correttamente la loro grafia, è uno dei fattori che in alcuni casi concorre a incrementare la malasanità: seguire una terapia sbagliata, per esempio, può essere la conseguenza diretta di un’errata somministrazione di farmaci che, spesso, deriva dalla difficoltà a leggere con chiarezza le indicazioni terapeutiche.